La crisi coronavirus ha cambiato il mondo. Per cogliere le opportunità, per rilanciarsi occorre però anzitutto ristrutturare il debito. Con decurtazioni e dilazioni. E se possibile anche segregare il patrimonio rimasto per proteggerlo da future emergenze.
Crisi cornonavirus, una crisi aziendale incolpevole
Proprio con il superamento dell’emergenza sanitaria diventa visibile la crisi economica di migliaia di piccole e medie imprese. L’attività avrebbe prospettive. Ma l’affittuario minaccia azioni di recupero. I fornitori chiedono pagamenti immediati. Le banca è comprensiva solo a parole. Da aggiungere le bollette, le tasse ed i finanziamenti in corso. In quasi tutti i casi la crisi aziendale è incolpevole. Le misure adottate dal governo hanno determinato una causa di forza maggiore degli inadempimenti. La crisi coronavirus è una valida scusante.
Guardare alle procedure di ristrutturazione del debito
La fine del lockdown da sola non consente un rilancio dell’attività. Le misure temporanee non consentono mutare il quadro. Incassi e dei fatturati non bastano. La situazione di sovraindebitamento rischia di diventare irreversibile. Una via d’uscita dalla crisi coronavirus può essere quella di avvalersi di una procedura di ristrutturazione del debito. Cioè di chiusura delle posizioni debitorie con il pagamento di una somma minore di quella dovuta. Dilazione e decurtazione dei debiti. Per le ditte individuali e società e non fallibili, per i professionisti, c’è il concordato minore (artt. 74-83 D.lgs. n. 14/2019). Una procedura dal costo abbordabile. Per le aziende più strutturate e fallibili, c’è il concordato preventivo (art. 160 e ss. L.F.), l’accordo di ristrutturazione dei debiti (art.182 bis L.F.). O il piano attestato di risanamento (art.67 L.F.).
Speranze post crisi coronavirus
Insomma, non tutto è perduto. Anzi può essere un’opportunità. Usare la crisi coronavirus per un rilancio, per una riorganizzazione aziendale, per una segregazione dei beni. Perché non pensare, oltre alla procedura di ristrutturazione, a fare una holding familiare, una fondazione, un trust. Donazioni e testamenti. Scudi protettivi per nuove eventuali emergenze.
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