Lite tra fratelli per eredità, guida e suggerimenti

Nella maggior parte dei casi la lite tra fratelli per eredità riguarda l’eredità di un genitore. Più raramente quella di un altro fratello (o di un parente più lontano). Analizziamo cosa dice la Legge e diamo alcuni suggerimenti.

fratelli eredi in lite legittima collazione

La lite tra fratelli per eredità: una normativa complicata                              

E’ essenziale fare una premessa. Le regole giuridiche sulle successioni ereditarie sono molte. Esse sono contenute nel Libro secondo del Codice Civile (articoli 456 e seguenti). Spesso interferiscono, in qualche modo, anche nel caso di lite tra fratelli coeredi. Se vuoi conoscere i concetti base, leggi la nostra GUIDA. Tuttavia, le specifiche norme sullo scioglimento della comunione ereditaria sono oggetto di interpretazioni contrastanti. Vedi il nostro articolo sulla divisione (link). Non solo perché ogni situazione è peculiare. Ma anche per cambi repentini di orientamento della Cassazione. Quindi, è sconsigliabile il fai da te in una lite tra fratelli per eredità.

I principali principi in caso di lite tra fratelli per eredità

  • In linea di massima tutti i fratelli hanno diritto ad una quota di eredità. Parliamo sia dei fratelli legittimi. Cioè figli nati nel corso dei matrimonio, sia naturali che adottivi. Per vedere le quote d’eredità, leggi la nostra tabella (TABELLA quote eredi).
  • La lite tra fratelli per eredità, spesso è ingenerata dal fatto che il genitore ha fatto delle differenze di trattamento. Cioè ha derogato con donazioni o testamento al suddetto principio di pari trattamento.
  • Non ci sono preferenze quando un fratello si è preso particolare cura del genitore. Rispetto agli altri che se ne sono sempre disinteressati. Anche in questo caso, vige il principio dei pari diritti sull’eredità. Anzi, colui che ha accudito il genitore deve dare dimostrazione delle spese fatte col denaro del genitore. Cioè dare il rendiconto.

Il testamento fonte di lite tra fratelli per eredità

Esaminiamo il caso in cui un genitore abbia fatto un testamento. Ovviamente non un testamento annullabile o peggio falso. Il testamto sarà la guida della distribuzione dei beni tra i figli. Tuttavia, il genitore non può lasciare a un determinato figlio tutti i suoi beni. E neppure una quota nettamente maggiore. Come scritto sopra, la legge stabilisce che i figli sono eredi sia legittimi che legittimari. Cioè hanno sempre diritto ad una quota minima dell’eredità, a prescindere da quanto previsto nel testamento. Tale quota si chiama legittima. La legittima (quota minima) varia a seconda del numero degli eredi e della presenza in vita del coniuge del defunto.

Se il testamento non rispetta le quote riservate dalla legge ai legittimari, le sue disposizione possono essere impugnate in tribunale.

La lite tra fratelli eredi a causa di donazioni

In taluni casi, la lite tra fratelli per eredità è ingenerata da preferenze fatte in vita dal genitore. Il de cuius potrebbe aver fatto delle donazioni non paritetiche. O addirittura verso uno solo dei figli. Ma dobbiamo considerare anche altre situazioni fonti di litigio. Cioè donazioni verso un  fratello non dimostrabili o contestate. E ancora donazioni con beni di diversa natura. Qualche fratello potrebbe aver ricevuto denaro. Qualche altro immobili. Pertanto, anche se non c’è il testamento, un figlio potrebbe pertanto ricevere meno della quota minima di cui ha diritto. E si dovrebbe calcolare se si deve compiere la collazione. O se si verifica una lesione di legittima spettante a un fratello.

La lesione della legittima

Quando sono state fatte discriminazioni da parte del genitore verso i figli, occorre vare delle verifiche e dei calcoli. In particolare, per verificare una lesione di legittima, si deve tenere conto delle donazioni ricevute in vita dal genitore. E delle disposizioni testamentarie. Al fine di verificare se il de cuius ha leso la quota di legittima. Cioè la quota minima spettante a ciascun fratello. I legittimari (tra cui appunto i fratelli) che vedono compromessa la propria quota minima, possono agire in giudizio per la reintegrazione. Mediante l’azione di reintegrazione della legittima (la quota minima). La reintagrazione della legittima avviene con la riduzione delle disposizioni testamentarie e delle donazioni.

La lite tra fratelli eredi causata da finte compravendite

Trattiamo ora di un caso piuttosto frequente. Quello delle finte compravendite da parte del genitore. Sono atti simulati volti a nascondere le donazioni da parte del genitore verso un figlio. E, quindi, evitare che possano essere contestate dagli altri fratelli eredi. La prova della simulazione può essere data in qualsiasi modo. Si parla anche di donazione indiretta. Ovviamente nella lite tra fratelli eredi per eredità, il fratello svantaggiato ha possibilità di dimostrare tale situazione. E ottenere dunque la collazione della donazione indiretta. Cioè far rietrare la donazione indiretta nell’eredità. In alcuni casi, l’erede può far dimostrare la nullità della donazione. Ma questo si verifica quando la donazione è fatta con strumento diverso dalla vendita. Ad esempio con bonifico bancario.

La divisione negoziale e quella giudiziale

La conclusione di tutto quanto detto sopra è però prevedibile. La massa ereditata ereditata dai fratelli in lite deve essere divisa. In molti casi i fratelli non riescono a fare una divisione bonaria. Cioè negoziale tramite un contratto. Si tratta di una situazione molto frequente. La divisione ereditaria immobiliare si dimostra complicata per una serie di motivi. Il primo è che la comproprietà è originata da rapporti di fratellanza. Si intrecciano pertanto risvolti affettivi. Talvolta ci sono false aspettative. Altre volte il fratello occupa l’immobile. O non intende riconoscere di aver ricevuto donazioni. Non rimane insomma che la strada della divisione giudiziale. Leggi la nostra Guida (divisione giudiziale link).

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