Rinuncia a eredità per debiti, è uno strumento efficace per proteggere i nostri beni? Quali azioni dobbiamo temere dal creditore? Come premunirci e tutelare il patrimonio?
Il caso analizzato è quello di un chiamato all’eredità con debiti. Una situazione che crea molteplici problemi. Il primo. Nasce una comunione ereditaria e gli altri eredi potrebbero essere invischiati in un pignoramento. E nella conseguente esecuzione. Il secondo. L’erede perde i beni ereditati a vantaggio del creditore. I molti pensano allora alla rinuncia a eredità.
Una situazione comune, in un’epoca di crisi economica
Un familiare chiamato all’eredità ha debiti. E’ una situazione oggi molto comune. Vediamo il codice civile. Prevede che il creditore possa pignorare anche la quota ereditata. Una quota spesso in comunione con altri eredi. Ma la quota ereditata può essere pignorata solo dopo l’accettazione dell’eredità. In altre parole. Se non c’è accettazione si è solo “erede potenziale”. Non avendo acquisito alcun bene non si può essere pignorati. Di qui l’idea della rinuncia a eredità.
Una “furbizia” spesso utilizzata, la rinuncia a eredità
Uno dei coeredi ha molti debiti. Con banche. Oppure con il fisco o con creditori vari. Con l’accettazione, l’immobile ricevuto in successione sarebbe certamente pignorato. Un unico dubbio. La vendita all’asta coinvolgerà l’intero immobile o la sola quota. Di qui l’idea di architettare una “furbizia”. Se così la vogliamo chiamare. La rinuncia a eredità. Che comporta l’acquisto dei beni da parte dei propri figli (i discendenti). I suoi creditori possono mettere le mani sui beni?
La rinuncia a eredità in presenza di debiti? E’ possibile?
Effettivamente è ammessa la rinuncia a eredità anche in presenza di debiti. Con dichiarazione del notaio. O nella cancelleria del tribunale. La rinuncia a eredità può avvenire anche se lo scopo è solo quello di evitare un pignoramento. Vedi link sentenza. Attenti però. Una volta accettata l’eredità non si può più tornare indietro. L’accettazione è irrevocabile.
Teoricamente i creditori possono opporsi alla rinuncia a eredità. Costoro possono fare una causa per impugnare questa scelta del loro debitore. L’azione è regolata dall’art.524 del codice civile.
Se taluno rinunzia, benché senza frode, a un’eredità con danno dei suoi creditori, questi possono farsi autorizzare ad accettare l’eredità in nome e luogo del rinunziante, al solo scopo di soddisfarsi sui beni ereditari fino alla concorrenza dei loro crediti.
Il diritto dei creditori si prescrive in cinque anni dalla rinunzia.
Un espediente per complicare la vita ai creditori
Cosa fare per evitare l’azione dei creditori ex art. 524 c.c.? O almeno per rendere l’azione più complicata? L’azione dei creditori non può essere esperita quando la rinuncia provenga da un legittimario pretermesso. Cioè quando ci sia un testamento che lo escluda dalla eredità. Il pretermesso non è un chiamato all’eredità. E’ un chiamato solo dopo l’accoglimento dell’azione di riduzione. (Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 20562 del 29 luglio 2008). Rivolgetevi ad un avvocato esperto in successioni e pianificazione successoria. Saprà indicarvi una strada per rendere effettiva la rinuncia a eredità.
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