Rinuncia proprietà i costi

Rinuncia proprietà costi da affrontare. Molti ci hanno chiesto il concreto costo per disfarsi di un immobile. In questo articolo vi spieghiamo tutte le spese da affrontare.rinuncia eredità debiti rinuncia di eredità

Rinuncia dell’intera proprietà di un immobile

La rinunzia meno costosa è quella che riguarda l’intera proprietà. Tale ipotesi costituisce la rinuncia abdicativa a favore dello Stato. Non si paga nulla di imposta di registro, ipotecaria e catastale. Invece si paga un bollo di Euro 230,00 ed una tassa ipotecaria di Euro 90,00. Le visure ipo-catastali, solitamente eseguite dal notaio o da altri professionisti, hanno un costo di circa Euro 100,00. Il notaio poi richiede un compenso che dipende dal valore e dalla difficoltà della pratica. Solitamente, il costo degli onorari notarili sono al di sotto di Euro 1.000 (più iva). La spesa complessiva può essere dunque minore di Euro 2.000.

Costi per disfarsi di una quota di comproprietà.

E’ invece più costoso l’atto notarile di rinuncia alla quota di comproprietà di un immobile. Tale operazione si concretizza in una rinunzia abdicativa a favore di comproprietari. Solitamente, ci si disfa della quota immobiliare senza intervento degli altri comproprietari. Senza ricevere alcun corrispettivo. Nei fatti si realizza una donazione della quota, anche se a differenza dell’atto di donazione non c’è bisogno di un’accettazione di chi riceve il bene. Cioè la comproprietà passa automaticamente, anche in assenza di consenso degli altri proprietari. Comunque, rispetto alla rinuncia abdicativa a favore dello Stato, la rinuncia abdicativa in favore dei comproprietari è soggetta all’imposta di donazione. Perché si hanno sostanzialmente gli effetti di una donazione. Ciò in base all’art. 1, secondo comma, del decreto legislativo 31/10/1990, n. 346.

La rinuncia di quota con corrispettivo

Tuttavia, teoricamente, la rinuncia può essere fatta anche in accordo con gli altri comproprietari che pagano un corrispettivo. Alcune volte il rinunciante riesce a coinvolgere gli altri comproprietari a concorrere ai suoi costi. Se al momento della rinuncia, gli altri comproprietari pagano una somma di denaro al rinunciante, l’atto è considerato dalla Legge a titolo oneroso. Allora anziché l’imposta di donazione, si applica l’imposta di registro con le aliquote della compravendita immobiliare.

Rinuncia proprietà costi concreti nella situazione più comune

Esaminiamo il caso più frequente. Quello della rinuncia della quota di comproprietà senza corrispettivo. Come visto si applica la normativa fiscale sulle donazioni. Vi sono da pagare Euro 230,00 di bollo, 90 di tassa ipotecaria. Bisogna mettere sul conto anche circa Euro 100 per le visure ipo-catastali. A differenza della rinuncia della proprietà in favore dello Stato, c’è da sostenere l’imposta di donazione. Ammonta al 6% del valore del bene in oggetto oltre la franchigia di 100.000 euro per fratelli e sorelle. Al 6%  per parenti fino al quarto grado, 8% altri soggetti. Bisogna affrontare l’imposta ipotecaria pari al 2% del valore del bene, nonché l’imposta catastale dell’1% sul valore del bene. Il compenso del notaio, salvo casi particolari, ammonta a meno di Euro 1.000 oltre accessori. Il costo complessivo dunque potrebbe essere superiore ad Euro 2.000. Molto dipenderà dal rapporto di parentela con i comproprietari e dal valore dell’immobile.

Situazioni particolari che incidono sui costi

  • Dato che deve essere effettuata la trascrizione e la voltura, i comproprietari in capo ai quali si accresce la quota del rinunziante devono essere indicati nell’atto. Ameno questo è ciò che si consiglia onde evitare problemi di trascrizione e accatastamento. Quindi è necessario che gli altri comproprietari siano soggetti individuati. Spesso accade che ci si voglia disfare di quote di ruderi intestate anche a parenti defunti (zii, cugini ecc.). Talvolta molti decine di anni fa. In tal casi si ritiene necessaria la dichiarazione di successione degli eredi dei comproprietari defunti. Ovvero comunque la regolarizzazione catastale dell’immobile, intestando le quote dei defunti agli eredi. Questa regolarizzazione non è sempre possibile ed è comunque costosa.
  • Secondo gli orientamenti notarili, anche in caso di rinuncia alla proprietà devono essere inserite in atto le menzioni urbanistiche (titoli edilizi, certificato di destinazione urbanistica per i terreni). Se tale documentazione è assente, bisogna attivarsi per procurarsela, con conseguenti costi a carico.

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