Risarcimento da rumore, secondo la Corte di Cassazione non occorre la prova del danno, ma solo la dimostrazione del rumore.
Se c’è la prova del rumore, il danno è automatico
Nella recente sentenza Cass. 1606/2017, gli Ermellini osservano che è sufficiente provare che il rumore oltrepassante la normale tollerabilità determina sempre un danno al soggetto che lo subisce. Dunque, qualora venga accertata la violazione dell’ art.844 c.c., si è verificato un danno alla persona. Si parla di un danno in re ipsa, cioè un danno implicito. Se c’è stato un rumore molesto, allora io che l’ho subito sono stato danneggiato nella mia persona. In altre parole, la pronuncia della Cassazione facilita l’onere della prova a carico della vittima del rumore. La vittima dovrà infatti dimostrare il superamento della normale tollerabilità dei rumori.
Come provare il rumore molesto?
La sentenza spiega anche che l’inquinamento acustico determinante il danno può essere dimostrato tramite testimoni. Ma per prudenza è meglio chiedere una perizia fonografica, così da accertare che il rumore supera la soglia di tollerabilità (3 decibel). Tuttavia, la cassazione dice che, per il risarcimento da rumore, può bastare la prova testimoniale degli altri condomini. Osserva infatti il Giudice che non c’è alcuna norma che imponga di dimostrare il superamento del limite della normale tollerabilità con i testimoni. In particolare quando in un Condominio, i rumori molesti si producono nelle ore di riposo e sono palesi. Spetta al giudice capire se il testimone è attendibile e riporta con chiarezza il fatto.
Un esempio: il risarcimento da rumore nel condominio
Il condomino può chiedere il risarcimento da rumore molesto provocati da altro condomino qualora sia superata la normale tollerabilità (art.844 c.c.). Come detto, non serve la dimostrazione del danno perché è insito nella produzione dei rumori molesti e intollerabili. Il Giudice potrà presumere che rumori costanti e fastidiosi pregiudichino la salute, la vivibilità del proprio appartamento e la serenità nello svolgimento delle normali attività domestiche. Un danno non patrimoniale da risarcire è anche quello della lesione del diritto al normale svolgimento della vita familiare all’interno della propria abitazione. Oltre che il diritto alla piena esplicazione delle proprie abitudini di vita quotidiana. Pensiamo al disturbo del sonno o dell’attività lavorativa svolta in casa. Si tratta di diritti costituzionalmente garantiti, protetti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU). Il Giudice dovrà risarcire anche la lesione a questi diritti stante il recepimento da parte della Comunità Europea (Cass. 20927/2015; 26899/2014; 1606 del 2017).
Come scegliere l’avvocato giusto?
Vuoi capire se ti è possibile porre fine ad un rumore che ritieni molesto? Devi anzitutto individuare l’avvocato “giusto”, in grado di meritare la tua fiducia perché ha le capacità umane e professionali per aiutarti. Devi fare molta attenzione a chi semplifica per essere attraente ed a chi promette miracoli prima ancora di aver studiato il caso. Ogni situazione va esaminata con attenzione, anche da chi ha già una specifica esperienza legale e tecnica. E’ sempre opportuno rivolgersi ad un avvocato immobiliarista che conosca l’interpretazione del Tribunale competente ad esaminare il tuo caso. L’inquinamento acustico non è sempre considerato allo stesso modo da tutti i Tribunali. L’avvocato immobiliarista, se necessario, ti indicherà anche i migliori tecnici accreditati nel Tribunale. Ciò è essenziale, sia per non sprecare inutilmente denaro, sia per evitare di muovere accuse infondate. Ricorda che ogni tesi dovrà essere confermata da un Consulente del Tribunale e dal Giudice.
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