Decibel: quando rappresentano un rumore?

Con quanti Decibel di rumore posso attivarmi? Qual è la definizione legale di inquinamento acustico? Cerchiamo di capire meglio quando un suono può essere considerato un rumore molesto per la normativa amministrativa.

decibel

Anzitutto, ma cos’è il Decibel?

Il Decibel, l’unità di misura per misurare il suono. In altre parole è il dato da misurare con un tecnico acustico professionale o, anche, con un applicazione Fonometro del tuo smartphone Adroido o iOS. Ma cosa misura esattamente il Decibel? Il suono è una frequenza di variazioni di pressione, più o meno ampie rilevabili dall’orecchio. Il numero al secondo di queste variazioni è la frequenza del suono ed è misurata in Hertz (Hz). Il campo uditivo umano riesce a percepire suoni da circa 20 Hertz fino a 20.000 Hertz. Il secondo parametro per misurare un suono è l’ampiezza o livello delle variazioni della pressione. L’ampiezza è indicata in Pascal oppure, per convenzione, anche in Decibel (Db). Si tratta del parametro più importante nell’analisi di un inquinamento acustico in quanto utilizzato dalla Legge e dalla Giurisprudenza.

Perché la legge utilizza i Decibel anziché i Pascal?

La variazione di pressione di 20 Pascal, percepibile dall’uomo, corrisponde ad uno spostamento del diametro del timpano inferiore ad un atomo. Al contempo l’orecchio riesce a tollerare pressione sonore un milione di volte più elevate. Misurando il suono in Pascal, ci troveremmo  con numeri enormi. Per questo motivo si è fatto ricorso alla scale dei decibel (dB). La scala in dB comprime una gamma di un milione di Pa in una gamma di 120 dB. La scala dei dB usa la soglia dell’udito di 20  Pa come livello di riferimento.

A quanti Decibel un suono può considerarsi dannoso per il nostro organismo?

Veniamo alla domanda iniziale. Quanti decibel misura un rumore? Un fruscio di foglie o un silenzio notturno corrispondono a 20-35 Decibel. Un ambiente domestico di giorno si attesta solitamente sui 40 – 50 Decibel. Dai 60 Decibel in più il rumore all’interno dell’abitazione è fastidioso, corrispondendo a quello di una strada trafficata, al chiacchericcio di un ristorante affollato, ad una radio ad alto volume. Di notte pertanto riesce difficile dormire con un rumore superiore ai 50 decibel, mentre la casa diventa invivibile con rumori superiori ai 70 – 80 Decibel. La soglia del dolore inizia a circa 130 dB.

Oltre i Decibel … fattori che aumentano la pericolosità del rumore per la salute

Ma non è solo una questione di Decibel! l’orecchio umano è molto più sensibile nel campo delle frequenze comprese fra 2.000 Hz e 5.000 kHz. Inoltre, i suoni impulsivi aggravano la sensazione dolorosa per il nostro organismo. Se un suono è di breve durata, e cioè dura meno di un secondo, viene chiamato impulso sonoro. Esempi pratici di suoni impulsivi possono essere il battito di un tacco o il colpo di un martello sul chiodo. Di conseguenza, più breve sarà la durata del suono e meno sensibile sarà l’orecchi nel percepirlo. Tutti questi fattori di sensibilità al rumore potranno essere evidenziati in una perizia tecnica. Invece, semplificando la Legge e la Giurisprudenza considerano solitamente solo i Decibel.

E la legge? Quando considera illegittimo un rumore?

Nella panoramica generale sulla normativa applicabile all’inquinamento acustico, abbiamo visto che i criteri per valutare la liceità delle immissioni di rumore nelle abitazioni sono due.

  1. Il primo criterio è quello dell’accettabilità che si fa valere in sede amministrativa o pubblicistica. Ci riferiamo a quando si invoca l’illegittimità del rumore direttamente davanti agli organi di controllo della pubblica amministrazione. Ad esempio allorché invochiamo l’intervento del Comune o dell’ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambiente).
  2. Il secondo criterio è quello della tollerabilità che opera quando si chiede l’intervento del Giudice Civile, cioè il Tribunale. I due criteri, quello dell’art. 844 c.c. e dell’ARPA, si basano sulle stesse registrazioni fonometriche in Decibel. Tuttavia, co i parametri di valutazione del giudice civile sono più restrittivi di quelli del giudice amministrativo.

I limiti amministrativi di accettabilità

In questo articolo ci occupiamo dei limiti amministrativi di accettabilità. Lasciamo i limiti civili di tollerabilità ad un ulteriore articolo. La Legge quadro sull’inquinamento acustico n. 447 /95, con i relativi decreti attuativi, disciplina i limiti amministrativi di immissione di rumore negli ambienti abitativi. Si tratta della normativa pubblicistica cioè imposta dallo Stato ai cittadini. Il DPCM 14/11/97 fissa dei limiti massimi per un rumore emesso nell’ambiente esterno e quelli per un rumore immesso in un ambiente abitativo.

Limiti di emissione dalla fonte rumorosa

L’art.3 fissa dei limiti massimi in decibel massimi per le emissioni nell’ambiente esterno, per ciascun tipo di zona, sia di giorno sia di notte. Tali limiti possono essere indicati sulla base della situazione concreta (Comune e zona).

Limiti di immissione all’interno di una casa

Invece, l’art.4 stabilisce dei limiti massimi differenziali per i rumori percepiti all’interno delle abitazioni. Consistono nella differenza, sempre in decibel, tra l’immissione di rumore (denominato ambientale) e il rumore presente senza l’immissione (denominato residuo). Questi limiti sono 5 Decibel di giorno (dalle ore 6.00 alle ore 22.00) e 3 Decibel di notte (negli altri orari). Inoltre, questi limiti differenziali non si applicano se il rumore è da ritenersi trascurabile. E’ trascurabile, a finestre aperte, il rumore inferiore a 50 dBA durante il giorno ed a 40 dBA durante la notte. A finestre chiuse, il rumore inferiore a 35 dBA durante il giorno ed a 25 dBA durante il la notte.

Come misurare il rumore differenziale?

Nelle misurazioni il livello sonoro è espresso in decibel, o più correttamente in dBA, decibel attenuati secondo la curva A. La misurazione in dBA rappresenta l’insieme di tutte le frequenze del rumore con l’attenuazione secondo la curva A che simula la sensibilità dell’orecchio umano alle varie frequenze. Secondo entrambe le metodologie, sia per i limiti differenziali del DPCM 14/11/97 sia per il limite di giurisprudenza dei 3 dB sul rumore di fondo, occorre effettuare due misurazioni. La prima misurazione è fatta quando la sorgente del rumore molesto è attiva e la seconda quando è spenta. Secondo il DPCM 14/11/97 il limite massimo differenziale diurno è 5 dB e quello notturno è 3 dB.

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