La dichiarazione di successione, fare da sé (istruzioni)

La dichiarazione di successione può essere compilata e depositata telematicamente da sé. O in alternativa da un intermediario. Vale la pena fare da soli? In questo articolo ti diamo tutte le dritte.

la dichiarazione di successione

Che cosa è la dichiarazione di successione e chi deve presentarla

La dichiarazione di successione è un adempimento obbligatorio di natura fiscale. Attraverso il deposito telematico di un modello, uno dei chiamati all’eredità comunica all’Agenzia delle Entrate la morte di un proprio caro. E indica al Fisco quali sono i chiamati all’eredità, con le rispettive quote.  Insieme alla dichiarazione di successione, il chiamato dichiarante presenta anche una richiesta di voltura catastale. In modo da aggiornare le intestazioni catastali. Con lo stesso deposito telematico, il chiamato dichiarante comunica l’entità delle Imposte dovute per la Successione e procede al pagamento delle stesse. Occorre tuttavia fare un’importante precisazione. Il chiamato all’eredità diviene erede proprietario pro quota dei beni solo con l’accettazione dell’eredità. Tacita o espressa. Cioè con un atto diverso rispetto alla dichiarazione di successione. La dichiarazione di successione, il pagamento delle imposte, la voltura catastale non determinano di per sé che sei divenuto erede. Se non hai ancora accettato l’eredità, tacitamente o espressamente.

La dichiarazione di successione non deve essere depositata quando nell’asse ereditario non siano compresi immobili o diritti reali immobiliari. E quando il patrimonio del defunto non sia di importo superiore a € 100.000,00. Le due condizioni devono sussistere entrambe. Inoltre, sono esonerati dall’obbligo di presentare la dichiarazione i chiamati all’eredità se hanno rinunciato all’eredità prima che sia scaduto il termine di presentazione della dichiarazione. Oppure se hanno chiesto di nominare un curatore per amministrare l’eredità non trovandosi nel possesso dei beni ereditari. In entrambi i casi però i chiamati devono spedire con raccomandata la copia della dichiarazione di rinuncia o dell’istanza di nomina del curatore .

Il termine di presentazione

La dichiarazione di successione deve essere presentata entro 12 mesi dalla data di apertura della successione. Cioè dal momento del decesso del de cuius. Qualora, il deposito avvenga oltre l’anno, i chiamati sono esposti a sanzioni e interessi. In ogni caso, inoltre, senza dichiarazione di successione non potrai disporre dei beni ereditati. Né degli immobili, né del denaro.

Come compilare  la dichiarazione di successione e la voltura catastale

Per il deposito telematico, il chiamato all’eredità deve utilizzare un apposito modello a disposizione presso l’Agenzia delle entrate. Nel modello sarà indicato l’Ufficio delle Entrate nella cui circoscrizione era fissata l’ultima residenza (domicilio fiscale) del defunto. La spedizione telematica si effettua attraverso un software messo a disposizione dal sito dell’Agenzia delle Entrate. Le istruzioni sono reperibili nel sito di Agenzia Entrate. I canali di trasmissione sono Entratel o Fisconline. Insieme al modello occorre depositare alcuni documenti, volti a comprovare la morte del proprio caro. lo stato della famiglia. E l’ammontare dei depositi bancari. Nonché, occorre depositare eventuali testamenti pubblicati.

Riepilogo documenti da presentare per la dichiarazione di successione

Per comodità, ti facciamo un elenco dei documenti da inoltrare con la dichiarazione di successione:

  • il primo e sempre richiesto è il certificato di morte in carta libera per uso dichiarazione di successione.
  • Quindi, è sempre necessaria anche l’atto sostitutivo dello stato di famiglia storico.
  • E’ doveroso allegare anche fotocopia di un documento di identità/ c.f. in corso di validità di tutti i chiamati
  • Due copie autentiche della pubblicazione dell’eventuale testamento.
  • copia autentica del verbale di eventuale rinuncia all’eredità;
  • fattura dell’avvenuto pagamento delle spese funebri e delle spese mediche.
  • dichiarazione bancaria / postale di sussistenza e consistenza dei conti e titoli bancari.
  • verbale di apertura delle cassette di sicurezza.

Inoltre, per la compilazione, è bene valutare anche una serie di altri documento:

  • attestato con eventuali ratei di invalidità civile maturati e non riscossi dal defunto.
  • documentazione relativa al rapporto di lavoro.
  • atti di provenienza degli immobili.
  • atti di donazione.
  • documenti tecnici sugli immobili (le planimetrie catastali, elaborati planimetrici, mappale, ecc.).
Come calcolare le imposte di successione

Le imposte di successione si calcolano sul patrimonio ereditario. Ovvero sulla differenza tra l’attivo ereditario e l’importo complessivo delle passività e degli oneri deducibili. Occorre tenere presente che non è detto che si tenga conto del reale valore. Ad esempio, per gli immobili, in alcuni casi si assume il valore catastale e non quello di mercato. Inoltre ci sono esenzioni in caso di prima casa. Questo è importante da sapere quanto compili la dichiarazione di successione.

Le attività e le passività del patrimonio ereditario

Riepilogando, l’attivo ereditario è composto da:

  • anzitutto, dai beni mobili, che sono computabili nella percentuale del 10% del valore complessivo netto dell’asse ereditario. A meno che l’inventario non riporti beni in misura diversa;
  • quindi, dai titoli di qualunque natura risultanti dall’ultima dichiarazione dei redditi del de cuius.
  • i beni immobili e i titoli al portatore di proprietà del defunto o registrati a suo nome sebbene conservati da altri.
  • le quote o le azioni possedute dal de cuius partecipante ad una società di capitali.

In sintesi, tra le passività troviamo:

  • in primo luogo, i debiti ereditari già esistenti al momento della morte del defunto. Risultanti comunque da un atto scritto con data certa anteriore al decesso.
  • in secondo luogo, le spese mediche e chirurgiche sostenute dai chiamati all’eredità nell’ultimo semestre di vita dello stesso.
  • infine, le spese funebri per una somma massima di € 1.550,00.
Quali sono le imposte di successione

Una volta calcolata la base imponibile, si può procedere ad applicare sulla stessa le imposte di successione, con le aliquote che saranno a loro volta stabilite sulla base del rapporto di parentela che intercorre tra il dante causa e l’avente causa. In sintesi, semplificando, le aliquote di imposta sono le seguenti:

  • 4% nei confronti del coniuge e dei parenti in linea retta (con franchigia di € 1.000.000 per ciascun beneficiario).
  • 6% nei confronti degli altri parenti fino al quarto grado ( in questo caso la  franchigia è di € 100.000.000euro per ciascuno).
  • 8% nei confronti di tutti gli altri altri soggetti.

I soggetti portatori di un handicap beneficiano di una franchigia più alta. Ovvero pari ad 1.500.000 euro.

La dichiarazione di successione integrativa

La dichiarazione di successione si può modificare. In particolare se, dopo la presentazione, sopraggiungono eventi che comportano delle modifiche nella devoluzione dell’attivo ereditario. La norma di riferimento è l’articolo 28 del Testo Unico. I principali casi determinanti la necessità di una dichiarazione integrativa sono:

  • quando l’evento sopraggiunto dà luogo ad una modifica della devoluzione dell’eredità o del legato;
  • se risulta un’imposta superiore da pagare per qualsiasi motivo;
  • in caso di mancato inserimento nell’asse ereditario dichiarato di alcuni beni;
  • per la necessità di modificare dati catastali, quote o eredi senza incrementare il valore dell’asse ereditario.
Come viene liquidata l’imposta

Una volta compilata e presentata telematicamente la dichiarazione di successione, l’Agenzia delle Entrate liquida l’eventuale imposta di successione. Ovviamente la liquidazione è fatta in base ai risultati della dichiarazione e ai dati conosciuti dall’Agenzia. E solo se non si è sorpassata la franchigia (situazione piuttosto rara). Il pagamento di regola avviene tramite addebito su un conto corrente bancario in convenzione con l’agenzia delle entrate. Per tale motivo il chiamato dichiarante indica il proprio iban in dichiarazione.

Le imposte ipotecarie, catastali e di bollo relative agli immobili invece devono essere autoliquidate dagli eredi. Vanno versate tramite modello F23 che dev’essere allegato alla dichiarazione in copia. Oppure sono prelevate dall’Agenzia mediante addebito su conto corrente pochi giorni dopo la presentazione.

Il deposito tramite un intermediario

In alternativa al fare da sé, ci si può avvalere di un intermediario. Cioè un avvocato, un commercialista, un notaio o anche un Centro di Assistenza Fiscale. Il nostro Studio, ad esempio, è organizzato per rendere il servizio di compilazione e deposito della dichiarazione di successione. In considerazione del costo abbordabile del servizio e della complessità della materia, consigliamo di avvalersi sempre di un avvocato. Tra l’altro, il nostro Studio è in grado di fare tariffe di favore nel caso in cui il dichiaranti procuri lui stesso la documentazione da depositare, secondo le istruzioni fornite. Riteniamo essenziale rivolgersi ad un avvocato, sin dal principio, quando ci siano debiti ereditari o controversie tra soci.

 

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