Rinuncia di eredità e protezione patrimoniale

In questo articolo analizziamo la rinuncia di eredità, quale metodo per proteggere il patrimonio familiare dai creditori dell’erede. Oppure quale modalità di trasmettere i beni ereditati ai figli con risparmio fiscale. Analisi legale dell’avvocato Carlo Peruzzi.rinuncia eredità debiti rinuncia di eredità

Rinuncia di eredità: quando e perché rinunciare all’eredità

E’ facile comprendere che, se l’erede teme azioni dei creditori (presenti o futuri), pensi di rifiutare l’eredità. La rinuncia all’eredità è perfettamente legale. Si effettua mediante un atto denominato rinuncia di eredità o rinuncia all’eredità (art.480 c.c.). Il rifiuto è solitamente consigliato dal Notaio o dall’Avvocato quando i debiti del defunto sono superiori ai crediti, in alternativa all’accettazione con beneficio di inventario.  Ma l’erede può rinunciare anche per non avvantaggiare i propri creditori che potrebbero pignorare i beni ereditati. Preferendo, ad esempio, che vengano ricevuti integri dai propri figli. Rinunciando all’eredità, non si producono gli effetti dell’apertura della successione. Sotto il profilo legale, quindi, i creditori del defunto non potranno rivolgersi contro l’erede rinunciatario. E neppure i creditori dell’erede potranno automaticamente soddisfarsi sui beni ereditari, in quanto mai ricevuti dal proprio debitore. Forse non conosceranno neppure l’esistenza della successione ereditaria.

Rinuncia all’eredità, come si fa?

Per rinunciare all’eredità, è sufficiente rendere una dichiarazione formale ad un notaio o al cancelliere dell’Ufficio Successioni del Tribunale. Il Tribunale è quello del luogo in cui è deceduto il de cuius. Andare da un Notaio o il Tribunale? Il Notaio è più costoso, ma più veloce. In Tribunale paghi solo una modesta tassa (circa € 300), ma spesso devi fissare un appuntamento apposito che si tiene dopo 2-4 mesi. La dichiarazione, deve avere alcuni requisiti formali, piuttosto semplici:

  • non devi mettere condizioni alla rinuncia di eredità;
  • non devi mettere dei limiti di tempo;
  • devi rinunciare a tutta l’eredità che ti spetterebbe (no rinunce parziali);
  • non devi rinunciare in cambio di denaro (accordo nullo).

Quando non puoi più rinunciare all’eredità

Attenzione. Questa è l’informazione più importante dell’articolo. Puoi rinunciare all’eredità solo se non hai ancora accettato. L’accettazione può anche essere tacita, e quindi compiuta anche involontariamente. Se compi un’atto dichiarandoti erede (ad esempio trattando con la Banca del defunto), allora accetti tacitamente l’eredità. Oppure se vivi nella casa ereditata per tre mesi, senza accettare con beneficio o rinunciare all’eredità. Se pensi che possa convenirti rifiutare l’eredità, contatta un Avvocato che ti assista nel compimento di ogni atto. Si può rinunciare all’eredità entro dieci anni dal giorno della morte del soggetto, sempre che non si sia stati in possesso dei beni. Un tuo creditore o un altro erede possono però intimarti, tramite il tribunale, di accettare o rifiutare l’eredità in un tempo più ristretto.

Rinuncia di eredità: chi eredita al tuo posto?

Nelle successioni legittime (cioè senza testamento):

  1. se il rinunciante ha dei discendenti, i discendenti potranno accettare la quota rinunciata dal proprio ascendente;
  2. quando il rinunciante non ha discendenti (o i discendenti non voglio accettare l’eredità), la quota rinunciata è offerta agli ascendenti;
  3. se il rinunciante non ha né discendenti, né ascendenti (o se questi non vogliono accettare), la quota accresce la quota degli altri coeredi;
  4. quando il rinunciante non ha parenti in linea retta, né coeredi, l’eredità è offerta a coloro ai quali spetterebbe nel caso egli mancasse.
 Nelle successioni testamentarie (cioè in presenza di testamento):
  1. il testatore può aver stabilito il caso in cui l’erede rinunzi, prevedendo una sua sostituzione;
  2. altrimenti, subentrano i discendenti per rappresentazione;
  3. può anche operare l’accrescimento tra coeredi, nel caso dell’art. 674 c.c.;
  4. può operare la devoluzione agli eredi legittimi.

 La rinuncia come strumento di protezione del patrimonio

La rinuncia di eredità, in favore ad esempio dei propri figli, non mette al riparo i beni con matematica certezza. Un creditore, ad esempio una Banca o Equitalia, potrebbe chiedere di invalidare la rinuncia di eredità. Il termine entro cui il creditore interessato deve agire è di 5 anni dal giorni della rinuncia. E’ infatti un’azione revocatoria di un atto a titolo gratuito che diminuisce la garanzia patrimoniale. Nel caso in cui il creditore vincesse la causa, i figli che hanno accettato l’eredità dovrebbero pagare il debito o farsi pignorare i beni ereditati. Tuttavia, si segnala che è raro che la Banca o Equitalia saranno tempestivamente a conoscenza della successione ereditaria.

La donazione con successiva rinuncia di eredità.

Temi che i tuoi creditori possano soddisfarsi sui beni che erediterai un giorno da un tuo genitore? Potresti avere l’idea di proporre al tuo genitore di compiere una donazione dei suoi beni ai tuoi figli. Eventualmente con un diritto di usufrutto. Quindi tu, aperta la successione del genitore, potresti rinunciare all’eredità. Cioè rinunciare a promuovere l’azione di riduzione per avere quanto ti spetterebbe, ma è stato donato in violazione dei tuoi diritti ereditari. Sappi però che i tuoi creditori potrebbero agire con azione surrogatoria.

I creditori potrebbero recuperare la tua quota di legittima, sostituendosi a te nell’azione giudiziale di riduzione verso il tuo figlio donatario. E’ possibile limitare questo rischio? Il creditore avrebbe grande difficoltà ad agire con l’azione surrogatoria se la donazione avvenisse con modalità indiretta (sotto copertura di una vendita). Ovvero se la donazione è compiuta dalla mamma con modalità che non consentono al creditore di conoscere l’atto a titolo gratuito sottostante. Il tema è molto delicato. E’ richiesta l’assistenza di un professionista (avvocato) competente in materia di protezione del patrimonio e successione ereditaria.

Come si svolge una analisi di protezione patrimonio?

Analizzare preventivamente il proprio caso con un avvocato esperto è fondamentale, anche per non commettere errori – spesso irrimediabili – nella scelta degli strumenti giuridici. L’analisi con l’avvocato, si articola in vari passaggi:

  • studio della situazione patrimoniale e dei rischi
  • organizzazione dei conseguenti strumenti giuridici di protezione patrimonio
  • chiusura di eventuali posizioni debitorie o protezione dei beni dalle stesse
  • pianificazione successoria, con testamento divisorio, donazioni, società, contratti, patti di famiglia, ecc.

Lo Studio Legale Forcella Peruzzi di Padova mette a disposizione la proprie professionalità nel complesso campo delle successioni ereditarie, del diritto immobiliare e della protezione patrimoniale.

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