Fratelli eredi in lite (parte 2) – fratelli che ereditano da un altro fratello

I fratelli eredi in lite talvolta si disputano l’eredità di un fratello. E’ un caso più raro. La legge prevede una disciplina diversa rispetto a quella della successione del genitore. La nostra Guida.

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Fratelli eredi in lite, ma hanno diritto all’eredità del fratello premorto?

Qui abbiano analizzato il caso della successione del genitore. Adesso esaminiamo il caso dell’eredità di un fratello premorto. Nel caso di morte di un fratello che diritti hanno gli altri fratelli sul patrimonio? La risposta è diversa a seconda che questi abbia lasciato o meno testamento.

Senza testamento, l’eredità va innanzitutto agli eredi legittimari, figli e  coniuge. Se mancano i figli, l’eredità va divisa tra il coniuge e i genitori eventualmente superstiti. Invece, nel caso in cui manchi il coniuge e ci sono i figli, questi prendono tutta l’eredità. Imvece, se il defunto non ha né coniuge né genitori, l’intera eredità viene divisa in parti uguali tra i suoi fratelli. Se sono in vita solo i genitori e i fratelli, metà dell’eredità va divisa tra i genitori e l’altra metà in parti uguali tra i fratelli.

Invece, in presenza di testamento, il fratello premorto deve aver rispettato solo le quote degli eredi legittimari (coniuge, figli e, in assenza di questi ultimi, i genitori) di cui abbiamo parlato sopra. Egli non è tenuto a lasciare nulla ai propri fratelli.

Ad esempio, muore Caio, celibe o divorziato senza figli e con genitori morti. Caio ha tre fratelli, ma nel testamento nomina solo uno di questi, gli altri due non hanno alcun diritto sull’eredità. Nello stesso esempio, Caio può nominare con testamento il suo amico Tizio erede universale e i tre fratelli non potranno rivendicare alcun diritto sull’eredità

Per saperne di più leggi la nostra facile guida sulle successioni ereditarie (LINK).

Rinuncia all’eredità di un fratello, c’è la «rappresentazione» ?

Stiamo esaminando il caso di fratelli eredi in lite per l’eredità del fratello premorto. Vediamo come si atteggia l’istituto della «rappresentazione». Nel diritto successorio, la rappresentazione consente la sostituzione del chiamato all’eredità con il discendente. Nel caso in cui l’ascendente non voglia o non possa accettare l’eredità. Che succede se un fratello eredi in lite, ad es. per questioni debitorie, rinuncia all’eredità?  L’istituto opera per molti, ma non per tutti. La sostituzione del figlio è il caso più frequente, ma cosa succede se uno dei fratelli eredi in lite rinuncia all’eredità?

In primis vi è la necessità di coordinare il diritto di rappresentazione con la sostituzione testamentaria e l’accrescimento. Il testatore può prevedere l’ipotesi e dunque la sua volontà prevarrà.

Le norme sulla rappresentazione

L’art. 468 c.c. prevede:

La rappresentazione ha luogo, nella linea retta, a favore dei discendenti dei figli legittimi, legittimati ed adottivi, nonché dei discendenti dei figli naturali del defunto, e nella linea collaterale, a favore dei discendenti dei fratelli e delle sorelle del defunto.

Il seguente art. 469 c.c. stabilisce:

La rappresentazione ha luogo in infinito, siano uguali o disuguali il grado dei discendenti o il loro numero in ciascuna stirpe.

La giurispridenza

Dagli articoli del codice emerge che i soggetti a favore dei quali opera la rappresentazione sono individuati nei discendenti dei figli (legittimi, naturali, adottivi) e dei fratelli o sorelle. Quindi anche i fratelli eredi in lite. Questo appare il senso più logico. Ma così invece non è per tutti. In realtà ci sono numerosi contrasti sulla possibilità di includere tra i “rappresentabili”, oltre che ai fratelli ed alle sorelle, anche i loro figli.

Un esempio, al fine di agevolare la comprensione. Tizia, nubile, dispone con testamento che vengano chiamati all’eredità i figli dei suoi due fratelli. Uno dei nipoti, Mevio, premuore a Tizia. I figli di Mevio succedono in rappresentazione?

La corte d’appello di Milano ha osservato:

oltre che figlio o fratello, il rappresentato può essere discendente del figlio o del fratello del defunto. Ciò risponde al principio della rappresentazione, quale principio che alla posizione del figlio o del fratello del defunto parifica fondamentalmente quella dei loro discendenti … la rappresentazione ha luogo tanto a favore dei discendenti di figlio o fratello, quanto a favore dei discendenti di nipoti ex filio o ex fratre

ed ancora

se si escludono dalla successione i discendenti del nipote ex fratre, eguale sorte dovrebbe toccare ai discendenti del nipote ex filio, e in tal modo si verrebbe a svuotare quasi completamente il contenuto della disposizione che estende l’istituto all’infinito.

Conclusioni sulla rappresentazione dei figli dei fratelli eredi in lite

Riassumendo si possono trarre le seguenti conclusioni:

  • La rappresentazione opera in favore non del singolo individuo, ma del suo gruppo familiare. All’interno di questo, la rappresentazione  si realizza “in infinito, siano uguali o disuguali il grado dei discendenti e il loro numero in ciascuna stirpe“.
  • Lo scopo della rappresentazione è dunque quello di tutelare la famiglia del rappresentato. Non di tutelare il nucleo familiare dell’originario de cuius.

La divisione negoziale e quella giudiziale

Prima o poi, la massa ereditata ereditata dai fratelli deve essere divisa. Non riesci a concludere con un fratello una divisione ereditaria negoziale? Si tratta di una situazione molto frequente. La divisione ereditaria immobiliare si dimostra complicata per una serie di motivi. Il primo è che la comproprietà è originata da rapporti di fratellanza. Si intrecciano pertanto risvolti affettivi. Talvolta ci sono false aspettative. Altre volte il fratello occupa l’immobile. O non intende riconoscere di aver ricevuto donazioni. Non rimane che la strada della divisione giudiziale. Leggi la nostra Guida (divisione giudiziale link).

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